Intervista a Maurizio Bignone: “la mia musica è una storia d’amore personale”

 

Maurizio Bignone è un compositore contemporaneo siciliano. Legato alla sua terra, ma proteso ad esperienze professionali internazionali, mostra di essere, con i suoi componimenti, un vulcano di idee e di energie. Classe 1968 lo abbiamo incontrato in mezzo al caos dei suoni ferrosi della stazione di Palermo. Li, con grande semplicità, ci ha spiegato la sua visione della “Musica”, che dal pensiero approda su carta.

Fra i canali social usati predilige Instagram, una piattaforma semplice e veloce dove posta quasi quotidianamente foto e piccoli video che consentono l’ascolto dei suoi pezzi. Visualizzato e apprezzato da migliaia di utenti mostra un lato di sé intimamente legato alla Natura. Gli abbiamo rivolto diverse domande che hanno aperto vari possibili scenari comunicativi, dunque tanti spunti per una conversazione che sarebbe andata avanti  per ore.

 

 

 

di Donata Musumeci

Febbraio 2019

 

Dal tuo profilo Instagram si evince il tuo grande amore per il mare e per ogni emozione legata alla Natura. Scrivi su carta di fronte all’infrangersi delle onde, è sempre così che crei musica? Nell’epoca del digitale offri un’idea romantica del compositore moderno.

Tengo molto al contatto con la materia prima: carta e penna! Mi consente di dar libero respiro alla mia impulsività e istintività, e mi permette di scrivere di getto senza pensare immediatamente alla giusta tonalità rispetto agli strumenti cui sto dando voce. Questo aspetto lo curo nella fase appena successiva con la digitalizzazione dei miei brani.

Non sembra, però, la musica di un impulsivo…

Eppure lo sono perché non ho mai studiato una nota di composizione!

Sono diplomato in Viola, uno strumento meraviglioso a cui ho dato la vita.

Ho costruito la mia carriera in orchestra e l’ultima mia esibizione è stata nel 2000 al Teatro Massimo di Palermo. Poi la mia passione viscerale per l’Africa mi ha fatto desiderare di abbandonare l’Italia. Mi ritrovai a vivere per due mesi in South Africa dopo aver vinto un concorso per Viola nella KwaZulu Natal Philharmonic Orchestra di Durban. Ma la situazione politica e sociale del paese non era facile e la città mostrava un volto razzista che rendeva pesante l’atmosfera perfino all’interno del Teatro. Quando decisi di tornare avevo già cominciato a scrivere e facevo parte dell’ensemble “Ut Comma”. Con loro, e per qualche anno, ho avuto modo di fare cose meravigliose e molte esibizioni. Avendo studiato uno strumento ad arco e passato anni all’interno delle orchestre ho avuto la possibilità, e la capacità, di scrivere per la grande orchestra ma anche per il singolo strumento. Il “Requiem for a cello solo” (scritto e dedicato a Luca Pincini) è stato eseguito a Colonia nella Cripta della chiesa di Santa Maria im Kapitol da Ulrike Gurzenich (primo violoncello solista della Gurzenich Orchester Koln). Una grande soddisfazione per me.

So che è in corso l’elaborazione di un nuovo e grande progetto personale che ti vede coinvolto non solo come compositore ma anche come esecutore dei tuoi brani. Di cosa si tratta?

Si, è vero. Ho conosciuto grandissimi artisti che hanno eseguito le mie partiture in modo eccellente, ma ci sono alcune cose che io sogno di suonare diversamente, a modo mio. Ho ripreso a studiare pianoforte da questa estate. Avevo già scritto un concerto della durata di un’ora, composto da undici pezzi fra cui due solo per pianoforte e gli altri in trio con flauto e violoncello. Questo progetto che si chiama “Night Dances” e verrà presto proposto ad Amsterdam, in Olanda.

Night Dances è un percorso che conduco nel cuore della notte e della vita che si muove quando tutto diventa buio. E’ come uno sguardo attento, che dall’alto, scruta ciò che accade. Ma non c’è nessun intento puramente descrittivo o didascalico. Ritengo di essere libero dagli schemi della didattica della composizione e così mi affido alla trascrizione in musica delle mie emozioni perché io scrivo per me stesso e, con la mia musica, spero e credo che il pubblico capisca chi sono.

Quanto è importante che il tuo pubblico sia emotivamente coinvolto dai tuoi pezzi? Hai mai avuto voglia di accompagnare i tuoi brani con una qualche notazione descrittiva?

Quando riesci a coinvolgere il pubblico e senti il consenso che esprime allora è il compimento di qualcosa di meraviglioso, ma io sono autobiografico! Con la mia musica mi metto a nudo. Anche quando scrivo per qualcuno che mi fa una richiesta o una commissione specifica, io racconto sempre qualcosa di me stesso.

Nel progetto “Night Dances” è previsto che ci sia una breve presentazione verbale per ogni pezzo. La sintesi di un pensiero che ha accompagnato la sua stesura.

In questo concerto daremo un foglio di carta e una matita al pubblico affinché ognuno, durante l’ascolto, possa lasciarvi impresse le proprie idee o emozioni.

Alla fine verranno pubblicate in un sito internet e le più belle daranno quindi voce alla tournée.. Ciò permetterà al pubblico di non essere solo spettatore passivo ma anche attivo.

Quali sono i tuoi tempi di scrittura?

Se scrivo su commissione riesco a rispettare i termini della commissione stessa, per il resto trovo facilmente l’ispirazione per scrivere. Per “Black Sea” mi è bastato sentire un vento fortissimo. Questo mi portò sul mare dove insieme alla musica ho registrato,e poi montato, un video con le mie riprese!

Il vento e la rosa è un brano meraviglioso e intenso. Cosa racconta?

E’ una storia d’amore…personale.

Io non scrivo in modo astratto, nei miei brani c’è sempre una componente visiva che può essere un ricordo come in questo caso. Prima c’è sempre l’idea e il pensiero di un elemento della natura o un’emozione. Mi sono occupato di sincronizzazione, ho creato musica per film e per documentari. Creo musica anche per immagini.

Hai più volte fatto riferimento alle città del Nord Europa, indicandole come maggiormente recettive alle nuove proposte musicali di musica contemporanea…

Si è vero e questo perché purtroppo in Sicilia non c’è molto spazio per i compositori contemporanei, o per lo meno non per tutti. Basta guardare ai cartelloni delle stagioni dei concerti dei Teatri di Palermo o Catania per vedere come le opere proposte e messe in scene sono pochissime e tutte delle stesse persone che appartengono alla stesso circolo o ambiente. E’ perfino difficile ottenere appuntamenti ed essere ricevuti per esporre i propri progetti!

L’Ensemble che eseguirà il concerto “Night Dances” è composto da Elena Kushchii, primo flauto solista della Philarmonica di Kharkov in Ucraina; da Giorgio Gasbarro, al violoncello e dallo stesso Maurizio Bignone al pianoforte.

Nell’attesa che anche questi suoi ultimi progetti si realizzino è possibile seguirlo attraverso il suo canale you tube, il suo sito web (https://mauriziobignone.com/) e il suo profilo instagram (https://www.instagram.com/maurizio_bignone_composer).

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